Parte da Treviso il roadshow Unioncamere-Mise dedicato alle start up innovative
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26 Novembre 2014Una fotografia sullo stato dell’arte delle start up innovative venete scattata oggi durante la prima tappa nazionale del roadshow Unioncamere – Mise che si è svolto a Treviso. Tante le opportunità del Decreto Crescita 2.0, ma ancora poco sfruttate.
Treviso, 14 novembre 2014 – Start up innovative in crescita nel Veneto, la maggioranza sono micro-imprese, appartenenti al settore dei servizi, specializzate nella produzione di software e consulenza informatica, ma ancora poco disinvolte nell’utilizzo degli strumenti per la tutela della proprietà intellettuale.
E’ questa la fotografia generale sulla situazione delle start up innovative nel Veneto scattata oggi nel corso del workshop “Avvia la tua idea d’impresa. Start up innovative, opportunità e strumenti”, la prima tappa nazionale del roadshow partito oggi da Treviso e organizzato da Unioncamere e Ministero dello Sviluppo Economico per diffondere l’informazione sulle opportunità contenute nella normativa a sostegno delle nuove imprese innovative.
La tappa trevigiana è stata organizzata in collaborazione con la Camera di Commercio di Treviso e t2i – Trasferimento Tecnologico e Innovazione, la società consortile delle Camere di Commercio di Treviso e Rovigo, nata per promuovere lo sviluppo e l’innovazione d’impresa a 360°.
Con 224 imprese innovative registrate ad oggi, il Veneto si conferma un ecosistema favorevole per la crescita di start up innovative, attestandosi al quarto posto nella classifica delle regioni con imprese innovative registrate nella sezione speciale del Registro delle Imprese (fonte: elaborazioni Unioncamere – Sì Camere su dati Infocamere – novembre 2014). Una conferma che arriva anche dal numero di incubatori certificati concentrati nel Veneto e nel Nord Est (in Italia sono 32, 11 nel Nord Est e 3 nel Veneto).
La fotografia della situazione delle start up innovative in Veneto e nella Provincia di Treviso ha messo in evidenza numeri positivi, frutto degli strumenti e delle misure introdotte con il Decreto Crescita 2.0 (agevolazioni fiscali, alleggerimenti burocratici, semplificazioni in materia di gestione societaria e dei rapporti di lavoro, strumenti ad hoc per l’accesso al credito e per favorire gli investimenti) che ha contribuito a dare nuovo impulso all’ecosistema dell’innovazione sul territorio.
“Oggi a Treviso un gruppo eterogeneo di attori, pubblici e privati, si è riunito per discutere di innovazione tecnologica, promuovere un dibattito aperto su una politica governativa, esaminare i suoi effetti sul territorio e immaginare un nuovo modello di sviluppo fondato sulla condivisione della conoscenza. Non si è trattato solo di un evento, ma di un modello di ingegneria sociale che, se replicato su ampia scala, potrebbe contribuire a rendere il nostro Paese un luogo più moderno, coeso e progettuale – ha commentato Mattia Corbetta, Membro della segreteria tecnica del Ministro dello Sviluppo Economico – “Le startup non sono una panacea, ma uno strumento, e come tutti gli strumenti, possono essere usati e abusati. Sostenere le startup significa sostenere la creazione di veicoli capaci di incrementare la competitività del tessuto imprenditoriale tradizionale introducendovi nuovi beni e servizi innovativi. Le sfide sono molteplici: da un lato, le amministrazioni locali sono chiamate a contribuire alla creazione di un ecosistema locale, dall’altro, le imprese tradizionali hanno la possibilità di concepire le startup non come una moda contemporanea o come concorrenti, bensì come alleati preziosi con cui avviare collaborazioni“.
“La normativa sulle start up innovative – ha continuato Roberto Santolamazza, Direttore di t2i – Trasferimento Tecnologico e Innovazione – rappresenta uno degli esempi più all’avanguardia a livello europeo di legislazione a sostegno dell’ecosistema delle start up, i cui frutti sono visibili anche nel nostro territorio, come dimostra la crescita del numero di imprese innovative registrate negli ultimi due anni. Paradossalmente però, questa normativa è poco nota anche nel mondo dei professionisti, e questa scarsa conoscenza ha fatto sì che molte delle start up che sono nate dall’introduzione del decreto non abbiamo beneficiato dei vantaggi previsti. E’ necessario allora far conoscere le opportunità offerte perché le start up possano imboccare questa strada. Le nuove imprese innovative rappresentano infatti un nuovo inizio che può dare un contributo fondamentale alla ripartenza del nostro territorio: non possiamo più pensare alle start up come contrapposte alle aziende tradizionali, ma dobbiamo pensare a queste realtà, come due facce della stessa medaglia, che possono e devono integrarsi: le start up innovative infatti hanno tutte le potenzialità per portare nelle aziende tradizionali nuovi prodotti e nuove idee che possono costituire nuova linfa vitale anche per le imprese consolidate.”
Rassegna stampa